articolo Giardino Progetta e realizza
Il giardino giapponese: organizzazione e significato dei suoi elementi costitutivi freccegiovedì 27 febbraio 2014

Il giardino giapponese rappresenta una delle principali espressioni artistiche della cultura nazionale del Paese e promuove l’amore per la natura, in quanto espressione vitale dello Shintoismo, una particolare visione religiosa orientale, che attribuisce energia a qualsiasi manifestazione vitale, quindi anche a rocce, piante, alberi, acqua e così via. Il giardino giapponese ha origini antichissime, che risalgono a circa 15 secoli fa, e da sempre è considerato non un mero luogo di svago e rilassatezza, ma, piuttosto, uno spazio della casa, all’interno del quale ricreare la natura nella sua globalità, riproducendo paesaggi marini, lacustri, fluviali o montani.

L’acqua è qui un elemento indispensabile, a cui non è facile rinunciare; deve essere sempre in movimento e riprodurre, così, lo scorrere dell’energia e del tempo, contrariamente a quanto avviene nei giardini cinesi, dove, invece, l’acqua è sempre ferma, per potervi adagiare sopra profumati fiori di loto. Accanto a questa, sono poi sempre presenti in un giardino giapponese le rocce, perché nel continente Asiatico sono considerate un concentrato di energia cosmica, che viene rilasciata gradualmente e costantemente agli abitanti della casa limitrofa o a chi fa visita all’area stessa.

Le rocce, pertanto, vengono sempre sistemate in maniera armonica e, quasi in tutti i giardini nipponici, si usano per rappresentare l’isola di Horai, la quale si fonde con la tradizione del monte Sumeru, che sorregge il cielo e lo separa dalla superficie terrestre, avvolto da otto catene montuose, delle quali le prime sette sono fatte d’oro e l’ultima di ferro. A completamento della simbologia, viene ricreato, inoltre, anche un laghetto artificiale intorno alle rocce, che ripropone i nove oceani, che isolano dal resto del mondo le catene montuose e nell’ultimo dei quali ci sono quattro isole, sulla cui superficie vivono gli esseri umani. La vegetazione nel giardino giapponese riveste un ruolo secondario rispetto all’acqua e alle rocce.

Serve, infatti, per segnare il mutare delle stagioni e il trascorrere del tempo, dando alla struttura una valenza temporale e non solo spaziale. In genere si trovano conifere abbinate con piante caduche, così da creare zone d’ombra, in cui potersi fermare a riposare e a meditare. Gli alberi di pino ricoprono un ruolo importante da un punto di vista simbolico, perché gli si riconoscono proprietà magiche, per cui in genere sono sempre presenti. Il giardino giapponese rispecchia sempre la regola dell’asimmetria, che racchiude in sé la rappresentazione dei meccanismi che regolano il ciclo vitale, e può essere di due tipologie. Il giardino di grandi dimensioni ha finalità ricreative e riproduce al suo interno la struttura dell’ambiente naturale, in cui vive l’uomo.

Il giardino di piccole dimensioni, invece, è uno spazio contemplativo, dedicato alla meditazione, che consente ad una persona di prendere contatto con la propria energia interiore, aiutandola a definire una relazione dialogica olistica tra sé e lo spazio circostante. I tre stili principali di un giardino giapponese sono:
  • lo Shin o stile classico, che prevede la presenza all’interno del giardino di tutti gli elementi sopra citati;
  • lo stile Gyo o semiclassico, che ha una composizione meno simmetrica e dettata da canoni rigidi;
  • lo stile So o informale, il quale è tipico di quei giardini, che appartengono alla zona più isolata della casa, e presenta una forte asimmetria nella disposizione dei propri elementi costituenti.

©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Sabrina  Rosa - vedi tutti gli articoli di Sabrina  Rosa



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Il giardino giapponese rappresenta una delle principali espressioni artistiche della cultura nazionale del Paese e promuove l’amore per la natura, in quanto espressione vitale dello Shintoismo, una particolare visione religiosa orientale, che attribuisce energia a qualsiasi manifestazione vitale, quindi anche a rocce, piante, alberi, acqua e così via. Il giardino giapponese ha origini antichissime, che risalgono a circa 15 secoli fa, e da sempre è considerato non un mero luogo di svago e rilassatezza, ma, piuttosto, uno spazio della casa, all’interno del quale ricreare la natura nella sua globalità, riproducendo paesaggi marini, lacustri, fluviali o montani.

L’acqua è qui un elemento indispensabile, a cui non è facile rinunciare; deve essere sempre in movimento e riprodurre, così, lo scorrere dell’energia e del tempo, contrariamente a quanto avviene nei giardini cinesi, dove, invece, l’acqua è sempre ferma, per potervi adagiare sopra profumati fiori di loto. Accanto a questa, sono poi sempre presenti in un giardino giapponese le rocce, perché nel continente Asiatico sono considerate un concentrato di energia cosmica, che viene rilasciata gradualmente e costantemente agli abitanti della casa limitrofa o a chi fa visita all’area stessa.

Le rocce, pertanto, vengono sempre sistemate in maniera armonica e, quasi in tutti i giardini nipponici, si usano per rappresentare l’isola di Horai, la quale si fonde con la tradizione del monte Sumeru, che sorregge il cielo e lo separa dalla superficie terrestre, avvolto da otto catene montuose, delle quali le prime sette sono fatte d’oro e l’ultima di ferro. A completamento della simbologia, viene ricreato, inoltre, anche un laghetto artificiale intorno alle rocce, che ripropone i nove oceani, che isolano dal resto del mondo le catene montuose e nell’ultimo dei quali ci sono quattro isole, sulla cui superficie vivono gli esseri umani. La vegetazione nel giardino giapponese riveste un ruolo secondario rispetto all’acqua e alle rocce.

Serve, infatti, per segnare il mutare delle stagioni e il trascorrere del tempo, dando alla struttura una valenza temporale e non solo spaziale. In genere si trovano conifere abbinate con piante caduche, così da creare zone d’ombra, in cui potersi fermare a riposare e a meditare. Gli alberi di pino ricoprono un ruolo importante da un punto di vista simbolico, perché gli si riconoscono proprietà magiche, per cui in genere sono sempre presenti. Il giardino giapponese rispecchia sempre la regola dell’asimmetria, che racchiude in sé la rappresentazione dei meccanismi che regolano il ciclo vitale, e può essere di due tipologie. Il giardino di grandi dimensioni ha finalità ricreative e riproduce al suo interno la struttura dell’ambiente naturale, in cui vive l’uomo.

Il giardino di piccole dimensioni, invece, è uno spazio contemplativo, dedicato alla meditazione, che consente ad una persona di prendere contatto con la propria energia interiore, aiutandola a definire una relazione dialogica olistica tra sé e lo spazio circostante. I tre stili principali di un giardino giapponese sono:
  • lo Shin o stile classico, che prevede la presenza all’interno del giardino di tutti gli elementi sopra citati;
  • lo stile Gyo o semiclassico, che ha una composizione meno simmetrica e dettata da canoni rigidi;
  • lo stile So o informale, il quale è tipico di quei giardini, che appartengono alla zona più isolata della casa, e presenta una forte asimmetria nella disposizione dei propri elementi costituenti.

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